LUPIN Parte 2 – Recensione
Dopo diversi mesi di attesa arriva finalmente su Netflix la seconda parte della prima stagione di LUPIN, rivisitazione in chiave moderna del famoso ladro gentiluomo nato dalla penna di Maurice Leblanc e qui interpretato da un ottimo Omar Sy.
Vi ricordate dove eravamo rimasti al termine della prima parte? A proposito, qui potete leggere la RECENSIONE della PARTE UNO.
“Adesso si fa sul serio. Il desiderio di vendetta che Assane Diop nutre nei confronti di Hubert Pellegrini ha consumato la sua famiglia. Ora si trova con le spalle al muro e deve escogitare un nuovo piano, anche se significa mettersi in pericolo…”
Prosegue il piano di vendetta dello scaltro Assane. Continuano le sequenze flashback intrecciate alla trama principale dove scopriamo la nascita dei colpi di Assane, i suoi fallimenti e i suoi primi successi. Una costruzione del personaggio interessante che allo stesso tempo aiuta a capire meglio il presente.
Una seconda parte caratterizzata più da inseguimenti che dai colpi alla Arsenio Lupin. Tutti e cinque gli episodi di questa seconda parte sono molto avvincenti e frenetici, ma lasciano poco spazio ai colpi di scena. Alcuni risvolti sono piuttosto prevedibili, ed è un peccato per una serie di questo genere che dovrebbe fare dell’inatteso la sua chiave distintiva.
L’episodio finale, nonostante la conclusione un po’ frettolosa, è il fulcro di questa seconda parte e riserva invece molte sorprese. Anche la realizzazione tecnica di quest’ultimo è superiore a tutti i precedenti episodi. Dalla regia e montaggio, passando per la colonna sonora, tutto funziona alla grande.
La serie rappresenta inoltre un grande manifesto della Ville Lumière. Ogni panoramica vi farà venir voglia di visitare la capitale francese. Non mancano ovviamente i riferimenti ai romanzi originali di Maurice Leblanc, ma i più attenti potranno anche riconoscere un piccolo omaggio al Lupin III di Monkey Punch.
VOTO all’intera stagione: 7,5