ARTEMIS FOWL – Recensione
Dopo una fase di distribuzione piuttosto travagliata per ritardi prima, e per la pandemia poi, Artemis Fowl è ora disponibile su Disney Plus come novità di punta del mese di Giugno.
UNA NUOVA SAGA PER DISNEY
Pubblicizzato dalla Disney come il nuovo Harry Potter per le sue atmosfere divise tra mondo reale e mondo fatato, Artemis Fowl dovrebbe, in teoria, essere il primo capitolo di una nuova saga cinematografica.
Dopo la visione del film il “dovrebbe” sopracitato è ancora più d’obbligo, perché se queste sono le premesse è meglio fermarsi fin da subito.
Artemis Fowl si ispira molto (e sottolineo il molto) liberamente alla omonima saga fantasy per ragazzi dell’autore irlandese Eoin Colfer. Sono quasi 20 anni che si tenta di creare un adattamento cinematografico della serie. Il progetto però ha iniziato a concretizzarsi solo dal 2013 quando la Disney ne acquisisce i diritti e annuncia la realizzazione di un film. Nel 2015 lo studio affida poi la regia a Kenneth Branagh visto la sua passione per i romanzi. Le diverse revisioni alla sceneggiatura hanno però fatto tardare notevolmente l’inizio delle riprese.
UN ADATTAMENTO CHE TRADISCE L’OPERA ORIGINALE
La versione finale approdata da poco su Disney Plus ha come base narrativa la trama dei primi due libri della serie.
Artemis Fowl II, geniale dodicenne miliardario, è costretto ad entrare in contatto con il mondo dei Fatati e impossessarsi di un artefatto dall’immensa potenza magica per poter salvare il padre tenuto prigioniero da una misteriosa creatura, Opal Koboi, che mira alla conquista di entrambi i mondi.
I più esperti noteranno da subito tante differenze con i romanzi, non solo per quello che viene raccontato, ma soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi.
Ormai abbiamo imparato che quando si parla di adattamento bisogna aspettarsi qualche modifica, spesso necessaria e dettata dal passaggio dalla forma cartacea a quella cinematografica. Qui però viene tradita pure l’opera d’origine. Tanto per cominciare non viene rispettato neanche il carattere di base del protagonista. Del “genio del crimine” Artemis Fowl Jr. non vi è alcuna traccia. Al suo posto un ragazzino dodicenne in completo nero e occhiali da sole che è solo una caricatura poco espressiva dell’Artemis protagonista dei libri.
Se però il problema di Artemis Fowl fosse solo la poca fedeltà ai romanzi, forse si potrebbe anche chiudere un occhio. Ma qui siamo proprio di fronte ad un film scritto veramente male dall’inizio alla fine. Un’ora e mezza senza alcuna emozione. Una successione di eventi sempre più in contraddizione tra loro. I personaggi e il mondo fatato sotterraneo vengono presentati con una tale fretta e superficialità inconcepibili soprattutto per un film che si prefigge l’obiettivo di essere il punto di partenza di una nuova saga.
COSA POTER SALVARE?
Le uniche note positive risiedono nei personaggi di Spinella Tappo, la piccola elfa agente della LEP interpretata dalla giovane Lara McDonnell, e il nano gigante Bombarda Sterro con il volto Josh Gad. Si salva anche il comparto tecnico con effetti che nel complesso sono più che buoni.
Artemis Fowl in sostanza è un film di serie B che Disney è stata brava a mascherare come una grande produzione con un cast dai nomi importanti come quelli di Judi Dench, Colin Farrell e Josh Gad.
Alla fine tutto sommato per la pellicola l’uscita direttamente sulla piattaforma è stata una fortuna. Il cinema ne avrebbe esaltato ancora di più i difetti.
VOTO: 5